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16 marzo 2023

Videosorveglianza e Privacy: tra ostacoli e opportunità

Videosorveglianza e Privacy: tra ostacoli e opportunità

Il mercato della sicurezza post pandemia è riuscito a intraprendere un percorso di crescita i cui driver principali si possono sostanzialmente identificare nel segmento dell’antincendio e soprattutto nel comparto della videosorveglianza.

Quest’ultimo nello specifico, grazie alla spinta tecnologica che ne ha caratterizzato la recente evoluzione, ha assunto forti connotazioni legate alla sicurezza: la video analisi, la termografia e i software di elaborazione delle immagini consentono oggi di rilevare situazioni potenzialmente pericolose e avvisare l’utente o la vigilanza.

In questo panorama, dunque, il business della videosorveglianza diventa per gli operatori del settore elettrico, installatori in primis, un’opportunità particolarmente interessante, a patto di comprendere le principali regole del gioco: le normative di riferimento e i limiti legati alla Privacy e alla gestione dei dati sensibili.

Privacy, GPDR e videosorveglianza

Gli strumenti legislativi che delineano i contorni giuridici del tema sono molteplici: in primis il Regolamento Europeo 2016/679, il cosiddetto GDPR, e “l’italiano” Codice Privacy (D. Lgs. 196/2003) – successivamente armonizzato dal D. Lgs. 101/2018 – a cui poi si sono aggiunte nel 2020 le Linee Guida sul trattamento dei dati personali acquisiti attraverso dispositivi video emanate dal EDPB, il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati. Senza considerare, infine, una serie di sentenze della Corte di Cassazione e Provvedimenti specifici dell’Autorità Garante che mettono ulteriore chiarezza rispetto ad alcuni casi specifici.

Per l’installatore questo approccio rappresenta di fatto un unicum rispetto alle normali attenzione adottate per la propria attività professionale: si passa infatti dalla tradizionale diligenza legata alla normativa su prodotti e installazioni, a provvedimenti legislativi che delimitano in maniera netta i campi e stabiliscono conseguenze e responsabilità per il professionista.

Quali attenzioni prestare dunque in fase di installazione? Analizziamo, caso per caso, le principali peculiarità.

 

Luoghi di lavoro: attenzione al controllo a distanza

Negli ambienti lavorativi, l’installatore dovrà prestare particolare attenzione al posizionamento del sistema di videosorveglianza, preoccupandosi innanzitutto di evitare potenziali riprese che possano verificare o controllare l’attività del lavoratore; in sintesi, la videosorveglianza nei luoghi di lavoro è consentita per specifiche esigenze organizzative e produttive, oppure per tutelare la sicurezza o il patrimonio aziendale.

Esiste un’unica eccezione, giustificata da una sentenza della Cassazione, che prevede l’utilizzo di telecamere, anche nascoste, per sorvegliare i dipendenti in caso di fondato sospetto di illecito di questi ultimi ai danni del datore di lavoro.

In pratica, l’installazione corretta delle telecamere dovrà prevedere un preciso focus verso gli ambienti, anche ingressi o zone di passaggio, ma senza concentrarsi sui dipendenti, sulle loro postazioni o sulle zone di lavoro.

Privati e abitazioni: qualche deroga al GDPR

In ambito domestico, il GDPR consente di fatto una deroga importante ai principali dettami nell’ambito del trattamento dei dati personali; procedendo per semplificazione, all’interno di un’abitazione privata o di un singolo appartamento, l’installatore non ha particolari regole a cui attenersi. Per estensione, questa formula è applicata anche nell’utilizzo di sistemi videocitofonici, a patto che le registrazioni non vengano sistematicamente comunicate a terzi o diffuse.

Si può dunque installare l’impianto senza troppe preoccupazioni sia all’interno delle abitazioni, sia negli spazi esterni; per questi ultimi, l’unica accortezza è relativa all’angolo visuale delle riprese che deve limitarsi ai soli spazi di esclusiva pertinenza del proprietario (è ammessa anche la ripresa della sola porta di ingresso o del solo ingresso al proprio garage), escludendo quindi aree comuni o pubbliche (i casi più classici in tal senso sono cortili, pianerottoli, scale, garage comuni, …).

 

Condomini e riprese in aree comuni

Sempre in ambito residenziale, concentrandosi però nelle installazioni all’interno di condomini, meritano un preciso accenno le riprese nelle aree comuni.

Innanzitutto, va specificato che questa tipologia di impianti va autorizzata dall’assemblea condominiale con la maggioranza degli intervenuti che rappresentino almeno la metà dei millesimi; una volta assicurato questo passaggio, l’installatore dovrà adottare tutte le misure e le precauzioni previste dal Garante.

Dunque, programmazione precisa delle registrazioni che potranno essere conservate fino a 48 ore dalla ripresa (salvo situazioni specifiche, quali ad esempio esercizi o uffici che hanno sede nel condominio); inoltre, le telecamere condominiali dovranno riprendere solo le aree comuni da controllare, evitando la ripresa di luoghi circostanti (strade e altri edifici).

Infine, bisognerà garantire l’accesso ai dati raccolti (le riprese) alle sole persone autorizzate o al titolare/responsabile del trattamento dei dati, prevedendo misure di sicurezza adeguate.

 

…E l’informativa?

Oltre a quanto detto in precedenza, è utile ricordare che gli utenti, in qualsiasi ambito di installazione, devono essere avvisati della presenza dei sistemi di videosorveglianza. Il segnale di avvertimento (denominato “Informazione di primo livello”) dovrebbe comunicare i dati più importanti: le finalità del trattamento, l’identità del titolare del trattamento e l’esistenza dei diritti dell’interessato, oltre a segnalare la modalità per prendere visione dell’informativa generale (banalmente un sito internet).

Il segnale di avvertimento è quello che abitualmente associamo a un cartello per la videosorveglianza; l’EDPB propone nelle sue linee guida un modello semplificato da utilizzare, facilmente scaricabile dal sito del Garante per la Protezione dei Dati Personali.

Attenzione anche in questo caso al posizionamento del segnale che dovrà essere collocato prima del raggio di azione della telecamera e dovrà essere ben visibile, anche di notte.

 

 

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