Al giorno d’oggi sempre più persone si interessano degli aspetti basilari dell’illuminazione e dell’elettricità nella propria casa.
Con il tempo e l’esperienza è possibile acquisire importanti informazioni per il controllo e la progettazione del proprio impianto, senza avere la pretesa di diventare in poco tempo degli elettricisti.
Capire magari quale sia la potenza erogata dal proprio impianto, in che modo sono disposte le eventuali scatoline di derivazione, ma anche comprendere la differenza tra interruttore, deviatore e invertitore. Sono tutti aspetti che possono risultare molto utili nel momento in cui si vanno a fare dei lavori di ristrutturazione in casa.
Cos’è un interruttore luce e come funziona?
Anche se siete completamente digiuni della materia, qualche riferimento di base di elettricità potreste comunque averlo fatto vostro. Ad esempio saprete che attraverso un interruttore si possono controllare una o più luci della vostra casa, accendendole e spegnendole.
Di fatto quindi l’interruttore è quella componente del nostro impianto elettrico che serve a controllare il passaggio del flusso di elettricità nel singolo circuito.
A livello fisico, l’interruttore è composto da una leva meccanica che si aziona manualmente. A livello di design un interruttore della luce è dunque una struttura abbastanza semplice.
Ma come arriva la corrente alla singola lampada?
La corrente elettrica viene portata in ambiente domestico dal gestore di rete. Dopo esser passata dal contatore elettrico su cui è posto l’interruttore generale, attraverso le varie emanazioni viene portata nelle singole stanze della casa.
Prima di arrivare alla singola lampada, la corrente elettrica passa attraverso un interruttore e, nel caso che questo sia aperto, giunge infine al carico, che può essere una lampada o una plafoniera.
Ogni volta che l’interruttore viene rimesso nella posizione ‘spento’, il circuito si interrompe e con esso viene a mancare il flusso di elettricità al carico e quindi non è possibile accendere la luce.
All’interno dell’interruttore passa un filo composto a sua volta da altri due o tre fili contenuti al suo interno. C’è la fase, il neutro e la terra. In caso di impianto a norma questi cavi si possono riconoscere per il colore della guaina che circonda l’anima di metallo, di rame. Direttamente dal contatore arrivano i cavi della fase e del neutro.
La fase si riconosce perché di solito ha una guaina di colore marrone, nero o grigio. Per lavorare nella massima sicurezza però è sempre bene utilizzare un particolare utensile, denominato cercafase, che di fatto assomiglia ad un piccolo cacciavite sormontato da una lampadina, che si accende quando viene riconosciuto il cavo fase.
Si tratta naturalmente di un’operazione che bisogna lasciar fare a mani esperte, perché la fase è il cavo più delicato da gestire. Questo cavo è infatti attraversato dall’onda sinusoidale a 50 Hz e 220V. Si tratta dunque del cavo più pericoloso, che dal contatore giunge direttamente al carico, alla lampada.
Il neutro è invece il cavo di ritorno ed è a potenziale zero. Negli impianti elettrici con messa a norma questo cavo è di colore blu o celeste. Quando l’impianto è a riposo, con l’interruttore posto nella posizione Spento (Off), il cavo neutro non è attraversato da corrente.
Se l’interruttore è invece acceso (On), il cavo neutro è attraversato dalla corrente di ritorno del circuito elettrico. Quando l’impianto è acceso il cavo della fase porta la corrente al carico. Da qui l’elettricità, dopo aver attraversato la lampada, esce dall’impianto attraverso il cavo neutro. In questo caso si parla di impianto semplice a sistema monofase.
Infine c’è il cavo della messa a terra, facilmente identificabile perché di colore Giallo verde. Questo cavo è infatti connesso con il salvavita e serve per scaricare a terra sovraccarichi o dispersioni che si verificano nell’impianto.
In quali casi è necessario sostituire l’interruttore della luce?
Quando un interruttore è allentato o traballante, accendere o spegnere la luce può risultare difficile. Inoltre un interruttore difettoso, che magari è andato in cortocircuito, può provocare luci intermittenti e tremolanti.
Le differenze tra interruttore, deviatore e invertitore.
Ricapitolando, l’interruttore elettrico letteralmente interrompe il cavo della fase. Attraverso il pulsante si dà un impulso alla molla posta dentro, attivando o disattivando il contatto all’interno.
Il deviatore invece è deputato a gestire i punti luce da due punti diversi del locale. Da ciò si capisce perché il deviatore debba essere sempre utilizzato insieme a un altro deviatore, così da poter controllare, accendendo o spegnendo, la luce da diverse postazioni.
Di base quindi la differenza è semplice, il deviatore di usa tutte le volte che abbiamo la necessità di accendere la luce da due punti distanti nello spazio.
Allo sguardo di una persona inesperta il deviatore può risultare in tutto e per tutto simile a un interruttore. Nella sua parte posteriore però il deviatore ha tre morsetti, mentre l’interruttore ha soltanto due morsetti.
Da una parte c’è il cavo di fase che viene inserito nel morsetto contraddistinto dalla Lettera -L e appunto ‘deviato’, esteso fino all’altro deviatore elettrico da utilizzare in coppia. Allo stesso modo un altro cavo parte dal secondo morsetto del primo deviatore e si collega al secondo morsetto del secondo deviatore. Infine c’è l’ultimo morsetto del secondo deviatore, che deve essere connesso con l’ultimo morsetto del primo deviatore.
A questo punto dal morsetto centrale del secondo deviatore viene fatto uscire un altro filo (di solito contraddistinto con un colore diverso), che porta la fase al carico.
Saper distinguere un interruttore semplice da un interruttore deviatore è dunque questione di occhio.
Il deviatore ha sul retro tre entrate, tre morsetti, l’interruttore soltanto due.
Infine prendiamo in considerazione la struttura di un invertitore. Si tratta della tipologia di interruttore più complessa. L’invertitore infatti è utile qualora si decida di gestire una luce da tre punti dislocati in posizione differente a livello spaziale. Per gestire tre punti di controllo luce per la stessa lampada avremo bisogno di due deviatori e un invertitore.
Quando è necessario accendere la luce da tre o più punti?
Nelle nostre case esistono locali e stanze dove ci fermiamo più spesso che in altre, come saloni e camere da letto. Poi esistono anche luoghi di passaggio, di transito, come corridoi o scale. In queste situazioni è davvero utile poter gestire le stesse luci da più punti, in modo da non dover tornare ogni volta indietro.
Valutando al meglio le necessità di ogni singolo locale, e soprattutto i percorsi e gli snodi di passaggio in casa, possiamo dunque andare a definire con precisione di quale tipo di interruttore abbiamo bisogno.
Per noi non addetti ai lavori, poco esperti di elettricità, le differenze tra interruttore, deviatore e invertitore riguardano soprattutto lo schema delle luci da gestire, la grandezza delle stanze, la praticità nel controllo dell’impianto.
Nella pratica, quando si vanno a controllare le stesse luci da tre o più punti avremo bisogno di due deviatori e di un numero di invertitori pari ai punti da cui vogliamo gestire la lampada.
Nel caso avessimo quattro punti diversi con interruttori, il nostro schema sarà costituito dagli stessi due deviatori e da due invertitori. Si parla in genere di Deviatore A e Deviatore B – solo per necessità di individuazione.
Tra il Deviatore A e il Deviatore B viene installato un invertitore. Il primo deviatore serve a dirottare il cavo della fase su uno dei due rami del circuito.
È un po’ più chiara la differenza tra invertitore, interruttore e deviatore? Il consiglio è sempre di rivolgersi a un professionista serio e affidabile che saprà consigliarvi la soluzione migliore per la vostra abitazione.