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04 giugno 2024

Mercato elettrico italiano: a che punto siamo?

Mercato elettrico italiano: a che punto siamo?

Si sta per concludere il primo semestre dell’anno ed è tempo di bilanci, sia per fare un primo consuntivo, sia soprattutto per anticipare i trend che potrebbero caratterizzare i prossimi mesi.

 

Il ritorno alla normalità

Il mercato elettrico, come la maggior parte dei settori produttivi, ha beneficiato, post Covid, di un periodo di particolare rilancio, grazie soprattutto alla ripresa delle condizioni “normali” di operatività e agli incentivi messi in campo per la ripartenza del settore delle costruzioni, leva di fondamentale importanza per il PIL italiano.

In questo contesto, tra il 2021 e il 2022, la filiera impiantistica è cresciuta a doppia cifra, con un incremento di oltre il 30% nell’anno post pandemico, seguita da un balzo di pari valore nel corso del 2022, grazie al boom del fotovoltaico che, in un solo anno, ha realizzato una performance di quasi il 250% superiore all’anno precedente (a onor del vero si partiva da volumi davvero ridotti).

Il 2023, forse il primo anno di vera normalità, ha visto finalmente un riallineamento tra l’ordinato e il fatturato reale: dopo un forte periodo di shortage, infatti, e la conseguente ed “emotiva” necessità di far magazzino, il mercato è riuscito a riallinearsi, chiudendo in leggera crescita pur con lo stop nelle vendite del fotovoltaico.

Un’altalena di performance che hanno subito l’influenza di una molteplicità di fattori: shortage, aumento dei costi delle materie prime, inflazione galoppante e rincorsa all’incentivo. Insomma, un mercato difficilmente prevedibile che ha sicuramente portato grandi vantaggi a tutti i professionisti della filiera, ma che al contempo ha creato disomogeneità e improvvisi cambi di direzione.

Ma questo era il passato: come sta andando il mercato elettrico nel 2024?

 

2024: poche luci e tante ombre

Il secondo semestre 2023 era stato già contraddistinto dai primi rallentamenti, ma il vero stop del settore si è verificato in questi primi mesi dell’anno. Secondo i dati SVE, ovvero le statistiche venduto materiale elettrico redatte da FME – la Federazione Nazionale Grossisti Distributori Materiale Elettrico, il primo trimestre e, in prospettiva fino all’inizio dell’estate, registrano un deciso calo delle vendite rispetto al medesimo periodo di 12 mesi fa.

Il principale protagonista, in negativo, rimane il fotovoltaico che decresce di circa il 50% rispetto al 2023, una performance che va a incidere ulteriormente sui già scarsi risultati dei prodotti tradizionali.

Il settore dei cavi, seppur aiutato da un nuovo aumento del rame, è indietro di 6/7 punti percentuali ed è sintomatico se si considera che questa tipologia di prodotti rappresenta il cuore del “nuovo” legato all’impiantistica, civile o industriale che sia.

Tutto sommato il materiale elettrico, seppur con luci e ombre in determinati ambiti, è stabile rispetto allo scorso anno (-0.7% ad aprile), quindi non si può in alcun modo parlare di crisi, soprattutto pensando alle incredibili performance che hanno caratterizzato il 2023.

E anche guardando i settori applicativi, l’analisi è abbastanza affidabile e conferma i trend macro economici: di fronte a una sostanziale stabilità del mercato tradizionale, a segnare il passo sono le nicchie che trainano l’evoluzione tecnologica, Building Automation e Data Center in primis, mentre dopo lo slancio della riqualificazione energetica e della transizione ecologica (una fiamma “bruciata” troppo velocemente), a crollare sono il settore HVAC e delle rinnovabili, fotovoltaico su tutte, ma anche il mercato della mobilità elettrica.

Senza considerare l’automazione industriale che oggi è davvero fanalino di coda in termini di ordini e commesse.

Un 2024 dunque complesso e poco roseo, a meno che…

 

Un mercato… in attesa

L’anno corrente in realtà avrebbe tutte le possibilità per potersi rimettere in carreggiata: fermo restando che il paragone del secondo semestre 2023 sarà senz’altro meno sfidante, ci sono tuttavia una serie di opportunità pronte a dare un nuovo slancio al mercato.

Installatori e progettisti, così come il mondo manifatturiero e quello delle costruzioni, stanno infatti alla porta, in attesa della pubblicazione di una serie di decreti attuativi in grado di dare nuova linfa e definire nuovi incentivi e fondi.

Il piano Transizione 5.0 sarà nelle prossime settimane al centro dell’attualità: oltre alla riqualificazione e alla digitalizzazione del mondo industriale (e dunque il rilancio del mercato dell’automazione), anche il fotovoltaico potrà beneficiarne, si aspetta di comprenderne le modalità e il contesto generale, ma nel frattempo, naturalmente, tutti fermi… e in attesa.

Stesso discorso per il mondo della ricarica elettrica: la mobilità green in Italia fatica a decollare, per colpa di detrattori e scarsa conoscenza, ma è altrettanto vero che bonus e incentivi non hanno agevolato l’utente finale che vuole aver ben chiara l’opportunità prima di sostenere l’investimento. Lo scorso anno la gestione dei fondi è stata pessima e fino a che non verranno stabilite le regole del gioco, anche questo settore non potrà avviarsi verso una diffusione capillare.

E chiudiamo il cerchio con il mondo residenziale: che gli obiettivi 2050 stabiliti dall’ultima EPBD europea impongano una totale rivisitazione del costruito italiano è certezza, ma le modalità e le tempistiche sono al contrario tutte da stabilire; l’ultimo DL 39 – il cosiddetto DL Superbonus – affossa e riduce gli incentivi legati alle ristrutturazioni (attuali e a venire), un pessimo segnale per chi, pur avendo la disponibilità economica, attenderà delle agevolazioni per intervenire sulla propria abitazione.

È parere unanime, in ogni caso, che a breve il mercato ripartirà e paradossalmente forse proprio per la mancanza di incentivi. È tempo di ritorno alla normalità, e saranno le aziende più lungimiranti che riusciranno a interpretarne al meglio le condizioni favorevoli.

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